Costanti e puntuali, le più belle meraviglie naturali del Salento, spesso sono accompagnate da misteri e antiche leggende che ne accrescono il valore culturale e paesaggistico.
Una storia tramandata oralmente da generazione in generazione dai popoli che si estendevano sulle spiagge di Melendugno, nel luogo che oggi prende il nome di Torre dell’Orso, oltrepassa i secoli di questa terra ed è sicuramente uno dei racconti più incantevoli e malinconici che il Salento ha da raccontarci…
“Due donne, evidentemente sorelle, simili, entrambe bellissime, trascorrevano una giornata non diversa dalle solite alla ricerca di un po di frescura. Per fuggire al caldo opprimente dell’immediato entroterra, si diressero verso il mare, dove una brezza leggera e costante soffiava sulle dorate coste e sui selvaggi pendii della roccia. Dal picco della scogliera, il mare diffondeva un richiamo naturale, un piacevole senso di smarrimento, una pace e una quiete dal profumo e dal fragore esaltanti. Una delle due sorelle andò sulla cima della scogliera e fu rapita dal paesaggio col cielo quasi in fusione con le acque cristalline. Chiuse gli occhi lasciandosi cullare i sensi e cadde giù, quasi volontariamente, con il volere di divenire anche lei un tutt’uno con il mare e gli scogli. Una volta in acqua però, la pace e la quiete si placarono, per lasciare il posto alla paura e allo sconforto… la donna gridò. Sua sorella che senti il suo dolore in lontananza, si tuffò nell’acqua e cercò senza riuscita di portare entrambe alla riva di Torre dell’Orso. Così il destino si dimostro dolce e crudele con le due sorelle, tanto da volerle unire nel trapasso in quel luogo meraviglioso.
Proprio questo mare che tanto amavano, ora immergeva i loro corpi privi di vita, trasformandoli in due faraglioni sotto lo sguardo imprevisto di un pescatore, che assistette alla scena e ribattezzò le due rocce con il nome di le due sorelle.